Info | Pagine: 96 Copertina: Lingua: Italiano ISBN: 978-88-7553-178-2 Dimensioni: Altro: |
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La ballata degli affumicati
10,00 €
10,00 €
Categoria: | Il canto dell'ulivo |
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Info | Pagine: 96 Copertina: Lingua: Italiano ISBN: 978-88-7553-178-2 Dimensioni: Altro: |
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Uno sforzo di individuare alcune questioni strategiche per lo sviluppo socio-economico della Puglia. Un'analisi che, con attenzione al ruolo storico e attuale del comparto agricolo, e alle sue recenti trasformazioni, ripercorre anni di tentata programmazione dell'Ente Regione. Un contributo che stimola riflessioni non scontate sul futuro del regionalismo e dei sistemi locali.
L'attuale fase di grave disagio che interessa la provincia di Foggia ha radici e caratteristiche profonde e di lungo periodo. Per comprovare tale ipotesi, utilizzando una molteplicità di indicatori e dati spesso inediti, il volume propone una analisi delle linee e delle tendenze del sistema produttivo della Capitanata nel corso della sua evoluzione, a partire dagli anni Settanta.
Ciò permette di verificare fino a che punto la situazione della provincia di Foggia sia assimilabile a quella della Puglia e del Mezzogiorno.
Lo scopo del volume è di approfondire la conoscenza della base produttiva, di individuare i “noccioli duri”, di avanzare ipotesi di intervento. Uno sforzo, dunque, per individuare le scelte cui affidare la ripresa economica, l'aumento della domanda di lavoro, in altre parole uno sviluppo duraturo, stabile e socialmente accettabile.
L'opinione affermata a conclusione del lavoro è che risulta indispensabile un intervento rivolto ad una accumulazione, fondata sulle risorse locali, indirizzata ad una integrazione tra agricoltura, industria e servizi e fra questi e il territorio. La proposta è di fare, della provincia di Foggia e dell'intero Mezzogiorno, non già un vincolo bensì un'occasione di sviluppo per l'intero Paese.
Il partito fascista è al centro di una rete di mediazioni e di politiche assistenziali che lo collocano al di là delle formazioni politiche di tipo “liberale”. Spinto dalla necessità di governare la scomposizione degli interessi e la nascente insubordinazione sociale prodotti dall'impatto della “grande crisi” sulla società italiana, il partito fascista assume connotazioni “assistenziali”, che sostanziano le sue caratteristiche di moderno partito reazionario di massa. La scelta in direzione di uno Stato assistenziale risulta tuttavia vanificata dall'impossibilità di mettere in discussione le radici di classe su cui il regime si era fondato.
La Puglia, dove la disarticolazione degli interessi fra le classi dominanti e la protesta sociale assumono caratteri di particolare acutezza, risulta da questo punto di vista un osservatorio interessante di processi che certamente travalicano l'ambito locale.
I fenomeni e le tendenze che hanno interessato le campagne pugliesi tra Duecento e Quattrocento, determinando il passaggio da un’economia rurale essenzialmente agricolo-pastorale ad una di segno opposto, caratterizzata dal prevalere dell’allevamento e della pastorizia transumante sulle pratiche colturali, sono al centro dell’analisi di questo volume. All’interno di questo processo, vengono qui ricostruite le caratteristiche e l’evoluzione del paesaggio agrario pugliese (la cerealicoltura, i vigneti e gli oliveti, gli orti e i frutteti, l’uso del bosco e delle acque, il ruolo dell’allevamento, le tecniche colturali e gli strumenti di lavoro), e le trasformazioni che vi hanno prodotto la dialettica degli interessi politici, sociali ed economici (il paesaggio sociale). Ne risulta un quadro ampio ed estremamente articolato delle capacità produttive del territorio regionale e, in definitiva, del rapporto tra uomini e terre in Puglia negli ultimi secoli del medioevo.
Ristampa dell’edizione originale, con l’aggiunta di un Indice dei nomi e della Presentazione di Giovanni Cherubini.
Il volume intende contribuire, attraverso l'analisi puntuale (anche per valenza metodologica) di tre casi esemplari, a una conoscenza più riflessiva degli itinerari programmatori “messi in opera” nella regione.
Sullo sfondo, i processi in atto di deconcentrazione, di metropolitanizzazione, di riorganizzazione dell'area regionale in sistema di sistemi urbani con il (difficoltoso) crescere di rango del “periferico”.
Gli Autori colgono questi fenomeni percependo in modo particolare l'acutizzarsi del conflitto fra complessificazione quali-quantitativa sia della domanda sociale sia del progresso tecnico-scientifico e scarsa incorporazione di metodi e procedure razionali nelle funzioni di amministrazione.
Durante il regno della diciassettenne Giovanna I, si scatenarono le guerre dinastiche tra i Tarantini e i Durazzeschi. Scontri di piazza, congiure di palazzo, amori sconvolgenti, magiche rappresentazioni degli avvenimenti, la peste nera, il grande scisma della chiesa.
In questo mondo turbolento, magico, contraddittorio e violento, contraddistinto da forti presenze femminili, emerge nello scenario della Murgia pugliese la figura di Giovanni Pipino: personaggio estroverso, inquieto, discutibile; dotato, comunque, di forti capacità di aggregazione e coinvolgimento.
L’autore, con una appassionata e documentata narrazione, ci fa rivivere, attraverso le gesta del nobile cavaliere, un periodo molto interessante della Puglia medievale.
Quando e perché è stato costruito Castel del Monte? Perché su quella collina? Era davvero privo di difese? È vero che esisteva già in età normanna, prima ancora che Federico II nascesse? Questioni e domande aperte su cui ridiscutere documenti alla mano, non misteri o enigmi da svelare. Questo libro non ha l’ambizione di proporsi come “manuale di resistenza” contro le mirabolanti invenzioni della divulgazione magico-esoterica e del Medioevo neotemplare, con i loro illusori richiami alla piramide di Cheope, ai percorsi iniziatici, al santo Graal. Più semplicemente, indicati i limiti di teorie incongrue e improbabili, esso vuole recuperare l’originaria identità di Castel del Monte: un castello medievale dalle funzioni polivalenti, un maniero, da leggere all’interno dell’organico sistema castellare realizzato dallo svevo per governare il territorio, e da analizzare nei rapporti comunicazionali con i principali castelli della zona, Barletta, Canosa, Trani, ma anche Andria, Ruvo, Corato, Terlizzi, Bari, Gravina, il Garagnone.
Gli anni Settanta sono stati in Italia anni di crisi del sistema centrale e favorevoli allo sviluppo dell'economia periferica.
Essi vanno visti come una congiuntura utile alla comprensione dello stato di salute che caratterizza agli inizi degli anni Ottanta le diverse regioni economiche del Mezzogiorno, mentre è invece accaduto che le dinamiche di quegli anni siano state utilizzate a favore di tesi che, come quelle della Fondazione Merloni sulla via adriatica, miravano a liquidare l'annosa questione.
La Puglia è stata forse la regione più utilizzata per questo esercizio interessato. Il volume raccoglie una serie di saggi che si sforzano di fornire una lettura più attenta della Puglia e dei suoi problemi. Si tratta di pagine che hanno alimentato sia la ricerca che la discussione che si è svolta e che si svolge nella regione inserendosi agevolmente nel dibattito in corso sul Mezzogiorno.
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